DELITTI AL CASTELLO Francesca Panzacchi e Carlo Santi Ciesse Edizioni Pag. 224 Isbn978-88-6660-024-4
Matteo
Alfonsi è un commissario capo della Ps di stanza in Sicilia che ha da poco
perso la famiglia, caduta in un agguato mafioso.
Trasferito
in tutta fretta nella più tranquilla sezione di Grosseto, forse anche a opera
di politici che mal sopportano le sue indagini sull'intreccio mafia-politica, è
subito costretto ad affrontare un omicidio atipico avvenuto presso il castello
della splendida e chiacchieratissima contessina Sofia Zanchi delle Asturie.
La
giovane rampolla di sangue blu si rivela un vero fulcro della mondanità e del
gossip toscano e le indagini di Alfonsi sono subito complicate dalla stampa
rotocalchesca e da una certa politica, verosimilmente la stessa che lo ha
spazzato via da Palermo.
Tra
sospetti, ricatti, ipocritissimi party di gala, depistaggi e retroscena di raro
squallore le attività di Alfonsi, ben coadiuvato dalla polizia scientifica,
stanno ormai per assicurare il colpevole alla giustizia, quando un secondo
omicidio nelle immediate adiacenze del castello spariglia le carte.
Tutti
gli indizi conducono inequivocabilmente alla contessa, ma la 'casta' e la
stessa Zanchi delle Asturie, diabolica, manipolatrice e sensuale, sbarreranno
la strada alla magistratura.
Alla
fine in Alfonsi prevarrà il senso del dovere, anche se il prezzo richiesto dalla
sua lealtà sarà altissimo.
Tuttavia
un finale non propriamente 'giallistico' premierà la costanza del protagonista.
Carlo
Santi e Francesca Panzacchi hanno scritto un buon poliziesco all'italiana,
ricco di suspance, colpi di scena, espedienti canonici e un pizzico di
sensualità ben dosata che conferisce al testo molti aspetti originali.
La
leggibilità è ottima, buono l'editing, scarsissimi i refusi (tre o quattro al
massimo) e ben curata la grafica.
L'intreccio
è ricco, pur trovandoci davanti a un testo di medie dimensioni la narrazione
incalzante riesce a condensare una serie di situazioni politiche, sociali,
sentimentali e prettamente avventurose senza mai squilibrare il testo, che
scorre fluido fino al termine.
Ottima
la caratterizzazione del commissario Alfonsi, uomo ferreo che ricorda molto da
vicino il Generale Dalla Chiesa. Meno riuscita quella della Contessa Zanchi,
mantide sanguinaria "a metà", comunque capace di esprimere sentimenti
altruistici. Il testo spiega anche il perché di questa doppiezza insita nella protagonista
femminile, ma l'esperimento forse poteva essere curato con qualche attenzione
in più, viste le repentinità di alcune metamorfosi interiori.
Tutto
il resto è contorno e al di là di un grasso questore corrotto, di una PM ingenua ma non troppo e di un ottimo
ufficiale della Scientifica, non vi sono individualità di rilievo.
In
conclusione: "Delitti al castello" non è un giallo ma un poliziesco, dato
che i dubbi del lettore non si rivolgono tanto alla caccia del colpevole, quanto
alla scoperta di come farà Alfonsi a incastrare il colpevole.
Detto
il che, la lettura di questo romanzo è stata piacevole e avvincente e lo
consiglio vivamente a tutti gli appassionati del genere.
Edorzar
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