Avevo letto in questi giorni un ottimo articolo di Maico Morellini nel quale il noto scrittore riesaminava per l'ennesima volta la crisi della fantascienza italiana e arrivava a proporre rimedi più rassegnati che efficaci. Sono d'accordo. Tempo addietro mi è capitato di avere a che fare con un lettore (ebbene sì ne ho qualcuno anch'io) soddisfatto dal mio sfigatissimo Ainor l'apolide, il quale suggeriva candidamente: "Perché non partecipi al premio Urania?".
Ho riso amaro. Il premio Urania, premessi i dovuti complimenti a chi l'ha già vinto e a chi lo vincerà, non è per tutti, per lo meno non per me. Essendo l'unico concorso di rilievo nazionale in ambito SF sarei tenuto a misurarmi con fior di autori molto più abili e blasonati, insieme a una ridda di cialtroni ammanicati o a vecchi miracolati in cerca di rilancio. Pescare un terno al lotto sarebbe più facile, tenere un testo fermo per un anno salvo scoprire che alla fine non è stato nemmeno letto e declinare rassegnati una rosa di finalisti più o meno sempre uguale non è il massimo, specie per uno come me che di tempo da dedicare alla scrittura ne ha sempre meno. No, il premio Urania resterà appannaggio di chi può permetterselo e io allo stato non posso, lo dico senza acrimonie, al momento sono troppo strozzato con i tempi e gli impegni lavorativi per competere. Il problema è che, eccettuato il premio Urania, non resta più nulla. La finestrina mondadoriana è l'unico faretto acceso sul microcosmo della sf italiana, i concorsi letterari generici non premiano di default la SF (magari a cercare eccezioni ne troveremo, ma restano eccezioni, non diventano regole) e gli editori la pubblicano sempre più a fatica.
Resta Amazon, dove alcuni titoli formalmente appartenenti alla SF imperversano nelle classifiche di genere e talvolta anche in top 100, ma dopo avere acquistato qualche testo (costano tutti € 0,99 o giù di lì) già dalle prime righe ho dovuto pormi degli interrogativi: steam punk (in alcune migliaia di subgeneri spesso coniati ad hoc), criptoarcheologia, sessualità spinta, navi spaziali usate a mo' di sfondo mobile, implicazioni sociali ed evoluzioni tecnologiche letteralmente assenti… una SF molto molto povera, magari ben scritta e di presa, ma lontana anni luce da quella che ci si aspetterebbe di trovare al top di gamma. Il lettore amazoniano, si sa, è di bocca buona e qualche autore furbo e smaliziato l'ha capito. Ecco allora una pioggia di testi modesti, ben curati, vibranti, ma piatti e privi della minima restrospettiva. Questa almeno la mia personale esperienza. Ho deciso di non lanciarmi nell'arena di Amazon e non certo per spocchia o perché mi senta "Superiore" a questi autori di cassetta. Al contrario, loro fanno bene e se guadagnano qualche euro a fine mese stiano tranquilli che non hanno rubato nulla a nessuno. Dicevo però che non me la sento di tuffarmi anch'io a spartire la torta, la mia sf è un po' ingombrante da sempre e faticherei a ritagliarmi spazi. Con il vecchio "La maschera di Pazuzu" tentai l'esperimento Amazon, mi andò bene per un po', centrai anche il secondo posto in Top 100 per un paio d'ore o poco più, ma alla fine mi stufai di spammare Urbis et Orbis ammorbando la mia chat di FB e vedendomi additare come nemico pubblico n.1 in vari gruppi di scrittura dai moderatori poco affabili.
Occorre faccia tosta, non ne ho molta. Questo non è un post di lamentele, come piace dire a qualche prefica di mia conoscenza, ma un articolo di considerazioni generiche. Poiché non mi va di rivoltare le maniche e andare a testa bassa nel'arena non mi resta che la trafila istituzionale: scrivo un testo, lo rivedo per bene, cerco un editore, lo trovo, pubblico, spammo un po' su fb, non mi caga quasi nessuno - che solo a vedere astronavi in copertina la gente scappa (sì, non succede solo a me. Semplicemente i soggetti spaziali disincentivano alle vendite!) - organizzo un paio di presentazioni, alla fine l'editore copre i costi, mi dà una pacca sulla spalla, dulcis in fundo o pone il testo fuori catalogo o me ne restituisce i diritti. Tempo un paio d'anni e saremo punto e daccapo. Può anche succedere che l'editore si stufi di editare e preferisca aprire un altro tipo di azienda, nella specie un ristorante. Sì, è successo anche questo e un mio libro opzionato per vent'anni sta per tornare indietro, libero e bello.
Le poche decine di miei lettori sono stati cortesi, ho ricevuto poche stroncature e sono conscio degli enormi progressi registrati dai tempi dell'acerbo "Vorrei che il cielo fosse imparziale" fino a adesso. Tuttavia la realtà è quella che ho accennato sopra: la piccola editoria ha vita breve, la SF non vende e io non sono stato capace di costruire un personaggio su misura che affascini il lettore, portandolo ad acquistare ciò che mediamente non comprerebbe. Non sono mai stato nemmeno un mostro di simpatia con i miei vaffanculo erogati a pioggia in ogni discussione accesa, e ciò nell'era dei social network è un altro fattore negativo. Ma si tratta di dettagli, la SF in Italia non puoi scriverla a meno che non possa permettertelo e io non posso, da cui la mia decisione. Anche se questo blog continuerà a chiamarsi "Fantascienza e non solo" e di tanto in tanto provvederò a recensire testi fantastici, io sto già scrivendo altro e continuerò a scrivere "Altro". Thriller? Gialli? Romanzi Drammatici? Non lo so, non escludo anche un ritorno alle origini con testi non di genere, meno ostracizzati dal pubblico. Sono un picciolo autore e editor dilettante, se voglio alimentare prospettive di crescita devo fare di necessità virtù. Continuerò ad amare la sf e a leggerla quando e quanto posso, ammirerò chi è stato più in gamba di me e ce l'ha fatta, incoraggerò chi ha qualcosa da dire e vuole provarci. Personalmente ho chiamato giro.
Ciò però non fermerà la collana di Scritture Aliene, la quale è già arrivata all'albo n. 4, con racconti eccellenti di Alessandro Forlani, Luigi Bonaro, Ugo Spezza, Frank Detari, Angelo Curcio, Tommaso Russo e con la sorpresa di Francesca Panzacchi, al debutto nella sf.
Nota: l'ultimo post che pubblicai un paio di mesi fa stigmatizzava alcuni comportamenti scorretti perpetrati da profili fake, che cercano di denigrare alcuni autori a scapito di altri. Ciò accade soprattutto nelle classifiche di Amazon riferite ai romance, ai romanzi storici e ai testi erotico-sentimentali. Tuttavia a risentirsi dell'articolo furono autori che col romance e con le mie invettive c'entravano poco o nulla. A scanso di venire nuovamente bersagliato da strali immeritati lo chiarisco qui: in questo articolo non ho preso di mira nessuno. Se ti sei sentito preso in giro piuttosto che darmi del fascista o peggio, fai una capatina al consultorio psicologico della tua ASL, ti gioverà. E adesso vi saluto, ho contratto una forte polmonite ed è l'ora dell'aerosol.
A presto.
Vito
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