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Recensione romanzo "L'ultima profezia" di Davide Zaccardi

L’ultima profezia di Davide Zaccardi

Ed. 0111

Isbn 9788863073256

Pag. 240

Genere: Fantasy

Trama

In un contesto spazio-temporale imprecisato una serie di regni contigui, votati ciascheduno a una ben precisa divinità, costellano il continente di Ogellian del pianeta Artan. Nel reietto e misterioso dominio di Jamall, devoto alla dea Oscura e governato in sua vece dal Signore Oscuro, Libon e Matara, due giovani assassini della temibile setta delle lame nere decidono d’infrangere il proprio giuramento di fedeltà alla gilda e di sfuggire a una vita di sangue e violenze. Di seguito al loro tradimento gli avvenimenti si sovrapporranno a ritmo incalzante: il regno di Moth, guidato dalla crudele sacerdotessa-strega Sironna, sulla scorta di un’oscura profezia guiderà una coalizione di armati contro il regno di Jamall, e un assassino (Sykus) inviato dal signore Oscuro a catturare i due fuggiaschi costringerà i protagonisti a uno spettacolare combattimento che allerterà l’intero Artan, accelerando i piani d’invasione.

Libon e Matara si risveglieranno nel pacifico regno di Valina, ospitati con molti riguardi dalla bella e suadente regina Ausmine e da suo zio guaritore e veggente (sotto mentite spoglie). Tuttavia l’avanzata dei Mothiani comandati dal fiero Kashill e dall’arcimago Aloisus incombe e il regno di Valina, formalmente alleato di Moth, non sembra in grado contribuire economicamente alle spese di guerra. L’arrivo di un demone nel palazzo reale di Valina, casualmente scoperto da Libon, scatenerà il finimondo e con esso i sensi di colpa di Libon stesso, involontario innescatore del demone, il quale altri non è che Sikus, il loro ex compagno lama nera evolutosi magicamente in una creatura infernale.

Dal regno dei Quattro Demoni, anch’esso formalmente alleato della regina Ausmine e destinatario finale del demone Sykus, arriverà il mago nero Mugrub, al quale Libon e Matara si consegneranno volontariamente come debito di riconoscenza al regno di Valina.

 

Tutti questi avvenimenti convulsi sono legati insieme dal vero protagonista occulto della vicenda, alias l’Oracolo nonché detentore dell’oscura profezia.

Questa bellissima donna-spettro riuscirà a:

-        sedurre e ottundere il signore Oscuro;

-        confondere le strategie di Sironna, corrompendo e seducendo il generale Pogstar, fraterno amico di Kashill, che perderà il senno e la vita;

-        Fare decadere Kashill dal suo rango di primo generale;

-        Uccidere la Dea oscura predendone il posto;

-        Rovesciare le alleanze militari, sicchè alla fine

 

Kashill, l’arcimago Aloisus e il mago nero Murgrub, nemici sul campo, si uniranno a Libon e Matara in cerca della verità, fino al breve scontro finale. La criptica profezia che dovrebbe sorreggere il romanzo sarà rivelata soltanto in parte, come nulla si saprà del figlio di Libon portato in grembo da Matara… probabilmente il romanzo avrà un seguito

 

Stile:

Il romanzo esordisce male, una ridda d’informazioni storico-geografiche costellano le prime trenta/quaranta pagine, annoiando e confondendo il lettore. Sia chiaro, Davide Zaccardi scrive bene, i dialoghi serrati funzionano, la storia è complessa ma credibile. Tuttavia le digressioni storiche, diffuse anche nella parte centrale del romanzo, unitamente all’esordio infelice lasciano un po’ a desiderare e si rivelano piatte e insapori.

 

Intreccio:

La storia è stata condensata un po’ troppo, i personaggi sono tantissimi, i protagonisti Libon e Matara sono approfonditi il minimo indispensabile e i comprimari poco più che archetipi. Eccettuata la descrizione mirabile dell’Oracolo, vero e unico protagonista occulto, tutta la caratterizzazione antropologica è scarna e sbrigativa. La leggibilità del romanzo, pur in presenza di pecche, è buona e il libro scorre via con facilità. In qualche frangente l’autore vuole strafare e si complica la vita, richiamando divinità sconosciute che non saranno mai più nominate, o citando luoghi anch’essi ignoti e poi subito dopo dimenticati. Di sicuro gioverebbe una mappa grafica all’inizio del romanzo. L’editing è presente e i refusi sono molto pochi. Qualche pesantezza (avverbi superflui, ripetizioni intra-periodo, dialoghi interiori raccontati alla svelta etc.) avrebbe potuto essere limata, però rispetto a un altro testo del medesimo editore da me letto e recensito in passato, direi che siamo anni luce più avanti.

 

Giudizio:

L’ultima profezia è un romanzo discreto, una storia complessa che avrebbe meritato un’elaborazione più approfondita e almeno altre cento pagine di narrato. L’estrema sintesi di alcuni momenti chiave, un finale epico scritto a tamburo battente e la prevalenza del raccontato sul mostrato lo rendono un testo discreto sì, ma non ancora ottimale. L’autore come detto sa scrivere e ritengo che già col secondo tomo di questa saga saprà elevarsi ulteriormente. In ogni caso pur essendo personalmente un lettore critico non posso che consigliare questo romanzo a tutti gli appassionati di letteratura fantasy, i peccati veniali dell’autore non inficiano un valido esordio.

 

Il voto è positivo: 6,5.

 


EDORZAR

Category: My articles | Added by: edorzar (01/Feb/2011)
Views: 878 | Rating: 3.0/1
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