Dalla
parte sbagliata
di Enrica
Aragona
Editore Lulu
ISBN 978-1-4477-4195-4
Pagine 118
Genere: Thriller-Ghost story
Prezzo € 10,00
Antefatto:
Enrica Aragona, alias ‘La strega spocchiosa’, abile e stimata blogger nonché
nemica della SF e del fantasy, è in realtà più nota quale Nayan, l’ex
vice-amministratrice del WD. In questo libretto ci propone tredici racconti
horror di vario genere: alcuni sono delle vere e proprie ghost story, altri
comuni gialli, altri ancora dei thriller/noir soprannaturali. Insomma, per gli
amanti del mistero c’è davvero di che leccarsi i baffi. Il Cosmobabbuino ha
fatto un’eccezione alla regola e ha ben volentieri letto questa mini-antologia.
Il risultato finale, forse viziato dalla pregressa conoscenza dell’autrice e
delle sue notevoli potenzialità, è inferiore alle attese, ma tutto sommato non
malvagio.
Trame:
Non posso dire che Enrica si sia sforzata troppo nel conferire originalità al
narrato, giacché i racconti sono tutti molto brevi e le dimensioni ridotte le
hanno parzialmente legato le mani.
Ciascun brano segue uno schema abbastanza classico e prevedibile: introduzione
all’anomalia, cammino a spron battuto verso il colpo di scena finale, casuale
perdita per strada di un indizio, finale a ‘sorpresa’ in stile fucilata.
Andando a esaminare in dettaglio le trame scopriamo che nei
racconti più propriamente gialli/noir, quali ad esempio ‘La messa è finita’ o
‘Dieci anni anzi nove’ la narrazione è rapida, fluente e incalzante, il finale
grottesco e un po’ intuibile.
La trama è parimenti sciolta nei racconti dediti al soprannaturale, quali
‘Bionda assassina’, ‘Il ballista’ o ‘Inizio novecento’. Tutti i brani,
eccettuato quello conclusivo, sono infilati alla svelta come perle su una
collana. Il livello narrativo è abbastanza omogeneo, a mio personale parere i
migliori in assoluto sono l’umoristico ‘Bionda assassina’ e il tristissimo
‘Dillo a noi’. ‘Il tredicesimo racconto’ (è uno scherzo letterario in realtà) e
‘Diletta’ mi sono sembrati i più deboli e tirati via.
Stile:
Fluido e curato, molto avvincente. I dialoghi, causa la
ristrettezza degli spazi, sono minimali e di scarsa rilevanza, fatta eccezione
per l’occasionale semina dell’indizio. I monologhi interiori sono angoscianti e
sentiti (ad es. ‘L’ultimo Metrò’ o ‘Un regalo perfetto’). La costruzione delle
storie, in omaggio alla forma del racconto breve, è limitata all’essenziale. La
sintassi è ben curata, occasionalmente sono presenti refusi addebitabili a
distrazione (due o tre, non di più) e qualche virgola di troppo.
Intreccio:
Fatta eccezione per l’ultimo racconto, l’intreccio di ogni storia è ben
organizzato, quantunque le scelte stilistiche impongano una costante
semplicità. Tuttavia, fatta eccezione per un paio di finali ‘a sorpresa’
letteralmente telefonati (non vi dico quali), il pathos narrativo trasudato dal
testo trattiene il lettore fino alla fine. Purtroppo il numero di personaggi
ospitato in ogni storia, forzatamente limitatissimo, restringe le ricerche sul
possibile colpevole/assassino, altro portato negativo della brevità delle
storie.
Giudizio:
Dalla parte sbagliata è un’esercitazione stilistica dell’autrice,
la quale ha curato un prodotto decente e ben leggibile, senza però trasfondervi
che piccola parte del proprio potenziale. La lettura di questi racconti è
piacevole e non disturba, ma da una scrittrice di valore è lecito attendersi
molto, molto di più. La forma antologica prescelta esalta le doti di narratrice
tout court dell’autrice, per questo faccio tanto di cappello, ma di contro ne
frustra enormemente le potenzialità caratterizzativo-descrittive, riducendola a
duellare con l’alabarda in uno sgabuzzino. A dirla tutta, ritengo la penna di
Enrica superiore a un target di lettura da ‘mera evasione’ e confido di
rileggerla su testi più ricchi e rappresentativi, nei quali si sia concessa
completamente.
VOTO 6
EDORZAR
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