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recensione del romanzo distopico 'Rave di morte' di Mario Gazzola
 
 
 
Rave di Morte di Mario Gazzola
Ed. Mursia
Isbn 9788842540885
Pag. 176
Genere: fantascienza distopica.
 
Trama
In un futuro prossimo l’industria musicale ha assoggettato l’intera umanità, imponendo a suon di musica i suoi voleri in ogni branca dello scibile e del commercio, incluso quello dei corpi. Il giornalista musicale Lester Peels è accusato in ingiustamente d’aver clonato e diffuso sul web una traccia musicale della cantante Yorki Armor e di seguito a un losco complotto ordito dall’imperante multinazionale della musica sarà rinchiuso in un carcere a cielo aperto, popolato da delinquenti settari e crudeli. Unica via d’uscita, vano ogni tentativo di difendersi dalle false accuse, è quello di arruolarsi nei marines. Il protagonista partirà allora in missione per l’Iraq, dove troverà la morte insieme all’intero plotone in un’assurda carneficina collettiva.
 
Stile
Il romanzo esordisce con uno stile veloce e un po’ raffazzonato, scorre a fatica per le prime trenta-quaranta pagine, poi decolla divenendo godibile e avvincente. L’autore nasce giornalista e la scioltezza di alcuni capitoli lo conferma. In certi cambi di scena forse si poteva fare di più, alcuni dialoghi sono decisamente televisivi.
 
Intreccio
La storia è semplice, una distopia con chiare influenze cyber punk, un po’ Nirvana e un po’ Demolition Man. Il finale nichilista forse inquieterà gli amanti del giallo. I personaggi sono appena abbozzati: a parte il protagonista Les tanto Yorki che i vari ‘amici’ e ‘nemici’ entrano ed escono dalla trama in punta di piedi. Il pregio e difetto del romanzo è di rimanere focalizzato su un punto di vista terzo, quello di un narratore onnisciente che compare di rado ma che inquadra da lontano il solo Les, costruendogli intorno un mondo squallido e perduto. La lettura del romanzo effettivamente ingenera ansia e questo è a mio parere il maggior pregio dell’autore.
 
Giudizio
Rave di morte è un buon romanzo che forse avrebbe potuto essere sviluppato ulteriormente, dando maggiore spazio alla debole coprotagonista femminile e alternando alla tanta azione anche qualche riflessione o divagazione introspettiva. Si legge abbastanza bene e non gli si può negare il merito d’ossessionare il lettore, specie nelle splendide scene in carcere. Il finale tronco e qualche intermezzo estremamente conciso, unitamente a sporadiche sortite dell’io narrante, ne costituiscono i punti deboli. Sebbene l’autore possa dare di più, tutto sommato è un romanzo apprezzabile.
 
Il voto è positivo: 6,5.
 
EDORZAR
Category: My articles | Added by: edorzar (23/Dec/2010)
Views: 803 | Comments: 1 | Rating: 3.0/1
Total comments: 1
1 Kremo  
0
e bravo il gazzo!

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