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La Zona d'Ombra di Simona Soldi-Il Filo

 




 


 








La zona d'ombra di: Simona Soldi





Autore/i: Simona Soldi



Editore: Gruppo Albatros Il Filo



Collana: Nuove voci



Data di pubblicazione: 2010



Pagine: 630



ISBN: 8856734311



ISBN 13: 9788856734317



 






Quarta di copertina:



AFaerhglen, piccola cittadina scozzese, niente sarà più come  prima. In un nucleo di pochi abitanti, che prima appariva scosso solo dal forte  vento del Nord, una serie di efferati omicidi porterà conseguenze catastrofiche. Nella cornice di una terra carica di forti suggestioni mistiche,
Veronica, Helen e David si troveranno a fronteggiare un mistero che li porterà a valicare le frontiere di questa dimensione e ad intraprendere il percorso più difficile per un essere umano: il viaggio nelle profondità della propria anima popolata dai demoni e dalle sofferenze del passato. L'autrice di questo romanzo ci porterà in quel luogo buio che è lo spirito dell'essere umano, riuscendo nell'intento di farci comprendere che il più delle volte la minaccia che ci attanaglia è solo frutto dei nostri limiti e delle nostre paure.



Prologo/Spoiler:



La giovane e graziosissima Simona Soldi, autrice di questo corposo romanzo, un paio di mesi fa è intervenuta pesantemente nel ‘Gruppo contro l’editoria a pagamento’ difendendo con discreto vigore la propria pubblicazione; dopo un certo fastidio iniziale manifestato dagli utenti del gruppo, non certo bendisposti verso i romanzi pubblicati a pagamento, ho ricevuto dall’amministratrice Marta Traverso l’incarico di recensire ‘La zona d’ombra’ e di verificare in piena obbiettività (con due b) se Simona abbia speso bene i suoi danari (evitiamo giochi di parole) o se sia stata al contrario derubata dal Gruppo Albatros, l’EAP più famoso d’Italia. 


La lettura del volume è stata difficoltosa, la recensione finale è negativa e passo dopo passo cercherò di spiegarne il perché.



Trama:



In un minuscolo e semisconosciuto paesino costiero scozzese le due amiche Veronica ed Helen decidono di solennizzare il proprio incontro, succeduto a una lunghissima separazione, con una visita presso il locale maniero. Penetrate nel museo del castello le ragazze incocceranno in un custode-energumeno che, dopo averle accolte con poche cerimonie, le scaccerà in malo modo non appena Helen metterà mano a un libro blu casualmente adocchiato sugli scaffali della biblioteca pertinenziale.


Contemporaneamente un amico d’infanzia di Veronica, tal David, sfigato, sciabordito e tossicodipendente, rientra da Barcellona alla casa paterna di Faerhglen col probabile intento di  bussare a denari.


 


Arthur Chunningam è un bizzarro personaggio che compare a intermittenza, del quale si sa per certo che ha alle spalle un matrimonio in crisi profonda e un difficile rapporto col figlio.


 


Qui finiscono i dati certi e comincia il romanzo vero e proprio.


 


Insospettite da strani fenomeni succeduti alla gita presso il maniero, Veronica ed Helen coopteranno David e tutti insieme organizzeranno una bislacca impresa: rubare quel misterioso libro dalla biblioteca del castello, convinti di avere a che fare con un terribile grimorio. Il furto riuscirà con facilità sorprendente e, fuggendo per le cloache, inseguiti dal custode inferocito, i tre  incocceranno in un ‘manufatto’ simile a un sarcofago. Sorpresi dalla luce innaturale sprigionata dal bizzarro reperto i tre ragazzi usciranno per un bel po’ dal romanzo, avvicendati da:


 


 


  •       Una catena  di inspiegabili omicidi lovecraftiani, sui quali sarà chiamato a indagare un imbranatissimo detective di Scotland Yard;

  •       Un terremoto devastante che sconquasserà a più riprese l’intera cittadina, isolandola quasi completamente;

  •       Il ritorno di Arthur Chunningam il quale, posseduto dalle entità demoniache generate dal ‘manufatto’, ucciderà il custode del castello, poco   importandogli del fatto che questi sia descritto come un bisonte grande il doppio di lui.


 


 


Moriranno i genitori di Helen e David, la mamma di Veronica invece si salverà a fatica, ma non saranno i lutti a fermare la loro mistica indagine: i ragazzi, appianate le difficoltà caratteriali insorte tra loro (soprattutto grazie alla preponderante personalità di Veronica) leggeranno a turno il grimorio e uno per volta si daranno consensualmente in pasto alla proprie paure inconsce, cibo del quale si nutre l’arcano incantesimo. Tutti e tre supereranno queste terribili prove, incarnate ora da mostri anfibi, ora da uomini albero, ora da distese di magma coscienti e molto altro. L’esplosione di un vulcano sotto Faerhglen non basterà a distoglierli dal loro obiettivo finale: invertire il flusso d’aura negativa scaturita accidentalmente dal ‘manufatto’ sepolto nelle cloache del maniero. Nel concitato finale i tre riusciranno a farla franca, recando seco la mamma (inebetita) di Veronica e un simbolico bambino frutto dell’amore, quell’amore che Veronica d'ora in poi dividerà tra l’incerto David e la gelosa Helen.



Stile:



Tecnocratico, involuto, pesante. L’autrice dispone di una buona cultura scientifica e si vede, tre quarti dell’opera sono costituiti da sue personali divagazioni, viranti dalla psicologia alla vera e propria didattica chimico-biologica. Il risultato finale è una sorta di calderone mistico-naturalistico di lettura estremamente difficile.



Intreccio:



Molto elementare, l’amore risorto di Veronica per l’amico d’infanzia David contrasta l’altro amore omosessuale,  sprigionato sempre da Veronica verso la bella Helen. Tutto qui. Scriverne per oltre seicento pagine è onestamente eccessivo. Dopo un inizio appropriato e benaugurante incomincia la lunghissima teoria di ‘lezioni’ impartite dall'autrice e l’intero romanzo perde mordente, regalando al lettore sonori sbadigli. L’occasionale entrata e uscita di personaggi ombra, la verbosità di alcune descrizioni (il terremoto sarà osservato per almeno settanta pagine) e la scarna caratterizzazione dei tre protagonisti, i quali parlano a una voce, alquanto antipatica e saccente, non sono elementi positivi.



Giudizio:



La Zona d’Ombra è un romanzo meno che mediocre, scritto da una ragazza bravina e ispirata ma ancora acerba e colpevolmente abbandonata dall'editore, il quale dopo aver incassato il suo valsente ha limitato le proprie attività alla brillantina, curando decentemente la correzione della bozza (non ho trovato molti refusi), procurando all’autrice un po’ di pubblicità come da contratto, ma dimenticandosi completamente dell’editing. Un romanzo così erudito e complesso e di tali dimensioni richiede un lavoro gravoso inclusivo di :



  •  Forbici, che taglino almeno 180 pagine non funzionali alla trama;
  • Lapis, specie nelle scene chiave, che vanno ricostruite in modo da risultare gradevoli alla lettura, piuttosto che annacquate in un infodampesco profluvio di dotti monologhi interiori;
  •   Evidenziatore, per segnalare alcune peculiarità della scrittura di Simona passate inosservate; mi riferisco a periodi lunghi mezza pagina, ripetizioni dello stesso soggetto/verbo nello spazio di due righe, a capo ondivaghi e quant’altro…


 


Chiari segnali comprovanti che, al di là di un accurato passaggio col correttore di word, l’editore non si è preoccupato d’altro.


 


La Zona d’ombra è un polpettone che un editor capace con poca fatica può tramutare in un buon Urban Fantasy moderno ed emozionante; l’autrice evidenzia discrete potenzialità e una validissima cultura di base e sono convinto che un editore più accurato e meno sbrilluccicoso potrà dare al romanzo la luce che merita.


 


Allo stato però non ne consiglio la lettura, pur confermando un giudizio oltre la sufficienza sulle potenzialità lasciate intravedere dall’autrice e sul notevole impegno da lei sola profuso (ahimè) nella direzione sbagliata.





Il voto è negativo: 5




EDORZAR

Category: My articles | Added by: edorzar (26/Mar/2011)
Views: 1196 | Rating: 2.0/1
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